UN NOME NON NEUTRALE


L'ORIGINE DEL NOME PIEMONTE

Le ricerche degli ultimi vent'anni hanno diffusamente indagato la costruzione storica dell'identità del Piemonte. Come noto nell'Alto Medioevo il Piemonte non esisteva, dato che «l'Italia nordoccidentale era genericamente nota come Lombardia e lombardi erano i suoi abitanti». Il termine Piemonte entrò in uso dopo: risultato di una cosciente costruzione politica da parte della monarchia dei Savoia. Questi, infatti, fra XII e XVIII secolo costruirono, all'interno del Sacro Romano Impero, uno Stato composito e plurinazionale, con territori su entrambi i versanti delle Alpi e scelsero il termine Piemonte per indicare l'insieme dei propri domini sul territorio italiano. Sin dal 1416 il peso politico di questi ultimi crebbe a scapito di quelli d'Oltralpe e a inizio Cinquecento era chiaro che il cuore dello Stato si stava spostando in Italia. In particolare La decisione di Emanuele Filiberto di fissare corte e governo a Torino, nel 1562, non fu una svolta, ma la conseguenza obbligata della politica dei suoi predecessori. Nel Theatrum Sabaudiae, il grande atlante dei propri Stati commissionato dai duchi a metà Seicento, lo Stato era presentato come diviso in due macro-aree: Savoia e Piemonte, «florentissimum Italiae latus».

L'età napoleonica segnò una svolta per la politicizzazione del termine nazione che divenne per una parte della popolazione una patria perduta, uno spazio identitario di riferimento. Non casualmente, dunque, durante la Restaurazione diversi intellettuali spinsero affinché lo Stato

assumesse il nome di Regno di Piemonte. È il caso dell'astigiano Francesco Gambini (1759-1835) - un ex-giacobino poi compromesso nei moti del 1821 - che nel 1818 propose di chiamare Regno di Piemonte tutti i domini italiani dei Savoia. La raccomandazione indirizzata al ministro dell'Interno documenta l'affermazione del concetto di nazione piemontese non unita necessariamente ai destini della monarchia. Osserva Merlotti:

"Se i Savoia avessero accettato la proposta di Gambini, avrebbero riconosciuto l'esistenza di una nazione piemontese non unita necessariamente ai destini della dinastia. Ciò non fu. Ma il processo era avviato. Su di esso si sovrappose, però, l'adesione della dinastia e di gran parte

dei ceti dirigenti alla causa italiana. Nel momento, cioè, in cui il Piemonte iniziava a definirsi come nazione e non più solo come insieme dei domini italiani dei Savoia, il senso di nazionalità dei ceti dirigenti piemontesi (o almeno d'una parte di loro) si spostò sull'Italia. Se il Piemonte fece l'Italia, quindi, è vero anche che l'Italia fece il Piemonte, erede morale e territoriale dello Stato sabaudo."

La proclamazione del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861, fu preceduta da un lungo dibattito sull'ipotesi di dar vita alle regioni. Cavour, anzi, voleva farne la struttura amministrativa

portante del Regno. Il suo progetto, però, fallì per l'opposizione di Ricasoli e di gran parte dei parlamentari provenienti dalle regioni dell'ex-Regno delle Due Sicilie. Le regioni restarono,

così, sino al 1948 solo una realtà geografico-statistica.

I SIMBOLI DELLA REGIONE

Lo stemma della Regione Piemonte

Il gonfalone della Regione Piemonte


La dimensione politica della storia sono visibili nei simboli che caratterizzano la regione: stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo.

L'attuale normativa in vigore è il frutto di un percorso complesso iniziato nel 1984, esito di una lunga mediazione politica. La scelta più naturale - osserva Merlotti - nel 1970 sarebbe stata verso l'antico stemma del Principato di Piemonte, ma poiché questo appariva troppo sabaudo, se ne adottò provvisoriamente uno composto da sei cerchi, che rappresentavano le sei province della regione. Ci vollero quattordici anni perché, finalmente, nel 1984 la Regione adottasse uno stemma ufficiale. Esso fu (ed è) un compromesso: come stemma fu accolto quello storico del Principato, ma nel gonfalone esso fu posto sopra i colori della Repubblica giacobina di Alba (1796). Le due anime del Piemonte - quella sabauda e quella nazionale - vi trovarono un sin allora inedito equilibrio.

Scrive Luisa Clotilde Gentile:

Lo stemma, rosso con la croce argentea (ovvero bianca: in araldica i due colori si equivalgono) con un lambello (sorta di rastrello) azzurro, era quello del principato di Piemonte, istituito nel 1424 a favore del primogenito del duca di Savoia, ed era quindi un'antica insegna di origine dinastica; il gonfalone rosso, blu, arancio - con l'aggiunta dello stemma al centro - derivava invece dal vessillo rivoluzionario ideato dal giacobino Giovanni Antonio Ranza per la "nazione Piemontese", innalzato per la prima volta nel 1796 dall'effimera Repubblica di Alba in nome dei principi di libertà, fraternità, eguaglianza. La singolare scelta del Consiglio regionale rispondeva in realtà a diverse istanze. Occorreva dare alla Regione degli emblemi nei quali si potessero rispecchiare idealmente i diversi orientamenti politici rappresentati in seno al Consiglio stesso, da sinistra a destra, e dare quindi un messaggio visivo di conciliazione e coesione.

Professore di riferimento: Vincenzo Luca Sorella 
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia